Villa di Castello

Firenze, Castello, via di Castello, 47

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Le origini della villa sono legate alla presenza dell'acquedotto romano della Valdimarina, tra Sesto e Firenze, e da una cisterna detta castellum, da cui l'attuale toponimo di ‘castello'.
La villa è il risultato di una stratificazione di interventi costruttivi a partire da un nucleo più antico, costituito da una torre difensiva con annesso un piccolo corpo di fabbrica appartenente al XII secolo.
Già dal XIV secolo questa struttura perse le sembianze di fortezza per assumere quelle di residenza.
Nel 1477, su consiglio di Lorenzo il Magnifico, la villa appartenente alla famiglia della Stufa fu acquistata da Lorenzo e Giovanni di Pierfrancesco de'Medici. Divenuta la residenza di quest'ultimo, venne trasformata e ampliata nelle dimensioni.

Successivamente, Cosimo I iniziò altri lavori che vennero affidati, sia per il fabbricato sia per il giardino, a Niccolò di Raffaello Pericoli detto il Tribolo nel 1538.
Questi ripensò l'edificio in rapporto alla sistemazione ambientale dell'area circostante, e lo fece pernio di un asse ideale tra il fiume Arno e il monte Morello.
Il progetto, secondo il Vasari, avrebbe dovuto tener conto di un complesso programma allegorico elaborato da Benedetto Varchi, incentrato sul binomio formato dalla dinastia medicea e dalla città di Firenze. Sebbene nel 1580 il giardino fosse già stato formato nei suoi elementi, Castello poté dirsi completato soltanto all'epoca di Ferdinando I, fra il 1588 e il 1593, quando vennero conclusi i lavori alla villa ampliata sul lato di levante.

Nel 1828, si procedette al consolidamento dello stanzone degli agrumi, mentre l'architetto Nini progettò un nuovo cancello per il viale di accesso alla villa.
Nello stesso periodo, Joseph Frietsch trasformò in parco paesaggistico i terreni a monte e ai lati del giardino rinascimentale. I lavori terminarono nel 1832 con la costruzione di una strada carrozzabile per collegare Petraia e Castello con la villa del Gondo.
Alla fine della prima guerra mondiale, Vittorio Emanuele III donò la fattoria di Castello all'Opera dei Combattenti mentre, nel 1924, la villa e il giardino divennero patrimonio dello Stato.
Dal 1974, la villa ospitò l'Accademia della Crusca e, dal 2001, anche il CNR-Opera Nazionale del Vocabolario.
Nel 1984, il giardino fu parificato a un Museo Nazionale e come tale venne aperto al pubblico.

 

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Aggiornato al:
22.12.2021
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416673