Villa di Cafaggiolo

Barberino del Mugello, via Nazionale, 16
 

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La villa di Cafaggiolo è stata una delle più antiche proprietà medicee. Nel 1359, era fonte di abbondante produzione agricola e aveva già la dignità di una dimora signorile.
Nel primo Catasto, risalente al 1427, Averardo di Francesco di Bicci de' Medici la dichiarò "un habituro acto a fortezza".
Dal 1451, entrato in possesso di Cosimo il Vecchio, vi intervenne Michelozzo con notevoli lavori che definirono il palazzo di forma rettangolare così come si presenta ancora oggi. Sulle logge furono realizzate delle stanze con sale che si susseguono una dopo l'altra.
Oltre il camminamento tutto intorno, anche la seconda torre, il fosso con i muri e antimuri, il ponte levatoio e la delimitazione della piazza davanti con muri a levante ed a lato nord, con il "filare delle case" a mezzogiorno, ancora oggi denominato "la manica lunga", e l'orto sul retro, furono opere dell'ampliamento realizzato da Michelozzo.
Inoltre, come riporta Vasari nelle poche righe dedicate a Cafaggiolo in un breve ma incisivo riferimento, l'opera michelozziana si estese anche all'organizzazione de "i poderi, le strade, i giardini, le fontane con boschi attorno, ragnaie, e altre cose da ville molto onorate".

Venutone in possesso, Cosimo I ingrandì l'edificio inserendo sul fronte orientale un corpo di fabbrica ben leggibile, di sviluppo inferiore al fronte preesistente, con stanze a piano terra coperte da volte a crociera fortemente ribassata e travi a vista, con al piano superiore un vasto salone a soffitto ligneo decorato, a cui verrà posteriormente aggiunta una loggetta.
Ampliò inoltre la proprietà facendovi anche realizzare un grande Barco murato, una riserva di caccia privata dove introdusse animali rari, mentre sulla sinistra della villa fece costruire le scuderie.

Durante il principato lorenese, prima del 1788, venne abbattuta la vecchia massiccia torre centrale documentata nelle vedute più antiche.
Nel 1864, all'indomani dell'annessione del Granducato al Regno d'Italia, Cafaggiolo fu venduta dal Demanio al principe Borghese che decise alcune modifiche sia all'edificio, imprimendovi l'attuale disposizione e affidando i lavori all'ingegnere Giovanni Piancastelli, che al giardino trasformato in piccolo parco romantico arricchito da piante esotiche.
Nel 1887 il principe fece anche affrescare sullo stile neo-rinascimentale alcune sale al piano terreno.
In seguito la villa passò ai Gerini e, nel 1936, fu acquistata da Enrico Scaretti, per poi pervenire alla Congregazione dei Frati Trappisti che adattarono la villa a convento, asilo e fabbrica di formaggi.
Dopo il 1965 è stata acquistata da società diverse che l'hanno gestita per cerimonie e congressi.

 

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Aggiornato al:
02.12.2021
Article ID:
416627