Con due notizie. Si conclude così la terza edizione della festa della legalità, in versione ridotta per via delle restrizioni Covid ma che ieri, sabato, si è svolta a Suvignano, la tenuta nel senese strappata alla mafia, 640 ettari di terreni e una doppia dozzina di immobili, la più grande confisca avvenuta in una regione del nord Italia, sequestrata la prima volta dal giudice Falcone nel 1983 e dal 2018 restituita ai toscani ed amministrata dalla Regione attraverso Ente Terre di Toscana.
La prima notizia riguarda proprio la tenuta. “Presto, speriamo già nelle prossime settimane, partiranno i lavori per ristrutturare e attrezzare come foresteria uno degli edifici di fianco alla villa padronale” annuncia l’assessore alla legalità della Toscana, Stefano Ciuoffo. Lì potranno essere accolti almeno una quindicina di ospiti e forse anche più, ampliando le possibilità di organizzare campi e iniziative con i ragazzi: come quelli che Arci sta organizzando proprio adesso, trentotto partecipanti in tre settimane. Sono in fase di ricostruzione anche i capannoni per il fieno distrutti da un incendio non troppi mesi fa - "grazie all'attento lavoro della collega Stefania Saccardi e dei suoi uffici" premette l'assessore - e sono allo studio progetti, dall’allargamento dell’allevamento dei maiali di cinta senese ai fagioli locali, per ampliare l’attività agricola, cuore dell’azienda assieme a due agriturismi.
La seconda notizia interessa le iniziative rivolte ai giovani, non solo a Suvignano. Con la variazione di bilancio di luglio la Regione ha messo infatti a disposizione altri 20 mila euro per i campi di studio e volontariato organizzati da Arci e Libera nella tenuta e 140 mila euro saranno invece la dote di un prossimo bando per le attività di educazione alla legalità nelle scuole promosse dal Terzo settore.
Lo sottolinea davanti alla villa che fu dell’imprenditore Piazza in odor di mafia. Lo ripete sotto il tendone che diventa il palco per una chiacchierata sui giovani con un altro giovane, il trentenne Pietro Resta, in arte e sul web Wikipedro, youtuber diventato un fenomeno per il suo modo giocherellone ed allegro di raccontare Firenze, la sua arte e la sua storia. Accade su una collinetta, tutt’attorno balle di fieno come sedute, lungo un sentiero che attraversa campi coltivati a grano. pascoli allietati dallo scampanellare di centinaia di pecore sarde e recinti con ciuchini di Ragusa. Un paesaggio che è un inno alla bellezza, quasi immutato da sette secoli come ci raccontano alcuni affreschi, che l’uomo prima ha disegnato e poi ha saputo conservare, che la mafia ha sporcato e che adesso occorre smacchiare.
Fa caldo e c’è il sole, nonostante la spruzzata d’acqua della prima mattina e le nuvole a punteggiare il cielo azzurro. Intervengono prima i sindaci di Murlo David Ricci e di Monteroni d’Arbia Gabriele Berni, quindi il presidente della provincia di Siena e sindaco di Montalcino Silvio Franceschelli e il direttore di Ente Terre Toscane Giovanni Sordi.
Non importa che siano all’inizio poche mani. A volte basta poco: anche solo partecipare ai campi organizzati sulle terre strappate alla criminalità organizzata, potando olivi, incontrando chi la mafia l’ha combattuta o subita e facendo teatro creativo sulla legalità al pomeriggio. “Siamo a metà settimana ed è già stata un’esperienza intensa – racconta Alessio da Livorno, uno dei giovani del campo organizzato da Arci – E’ qualcosa assolutamente da consigliare per i giovani che vanno ancora a scuola e stanno formando la propria personalità, ma sarebbe altrettanto importante che a momenti come questi partecipasse pure chi la scuola l’ha già finita, perché è allora che forse si è meno difesi e si può smarrire la strada”. Di giovani, pur ridotti dalle restrizioni Covid, sabato a Suvignano ce n’erano diversi. E questo è sicuramente un bel segnale.