Lucca

Nell'estate 1944, in provincia di Lucca, il sistema difensivo tedesco si imperniava sull'altopiano delle Pizzorne, attraversava la media valle del Serchio nei pressi di Borgo a Mozzano, per poi risalire sulle Alpi Apuane e terminare sul Tirreno. Questo era il "tratto lucchese" della Linea Gotica, che si sviluppava per circa 320 km lungo la dorsale appenninica, da Pesaro alla Versilia. Alla fine di settembre 1944 i tedeschi abbandonarono l'altopiano delle Pizzorne e la media valle del Serchio, riorganizzando le loro posizioni difensive in Garfagnana. La seconda Linea Gotica, dietro la quale si riposizionarono le truppe germaniche, saliva dal Cinquale e dall'alta Versilia e si aggrappava nel settore apuano ai monti Folgorito, Carchio, Altissimo e all'imponente complesso naturale delle Panie. Da qui si dirigeva verso le Rocchette e il Grottorotondo, passava per i paesi di Brucciano, Molazzana, Montaltissimo, Fiattone, Perpoli, Treppignana e Lama, fino ad arrivare ai confini con la provincia di Modena.
La piana di Lucca e la Versilia non furono teatro né di grandi battaglie di annientamento, come per esempio quella di Rimini (più di 80000 i morti e i feriti, oltre 750 i mezzi corazzati distrutti nel corso dei combattimenti), né di scontri "strategicamente" rilevanti. Ciò fu dovuto alla logica stessa dell'offensiva, le cui direttrici di marcia erano la costiera adriatica e i passi appenninici del Giogo e della Futa. Tutto il settore tirrenico fu considerato dagli alleati una zona operativa "secondaria", poiché non era in questa parte del fronte che si intendeva attuare lo sfondamento. Inoltre, a preservare la piana di Lucca dalla pericolosa eventualità di un'accanita difesa tedesca intervenne anche la decisione del maresciallo Kesselring, il quale giudicò molto rischioso schierare i suoi reparti sui monti pisani e sulle alture immediatamente a nord di Lucca, dove erano stati realizzati – tra l'altopiano delle Pizzorne e Borgo a Mozzano – gli approntamenti difensivi della prima Linea Gotica. Essendo quest'ultima troppo sbilanciata in avanti e mancante di profondità, Kesselring ritenne più conveniente per la sua strategia di "contenimento" attestarsi sulle Apuane e in Garfagnana, ossia sulle posizioni di quella seconda Linea Gotica che correva a 20-30 km dalla prima e che sarà superata dai soldati alleati soltanto nell'aprile 1945. In seguito a tale orientamento, dunque, veniva meno non solo la necessità di difendere il territorio intorno a Lucca, ma anche gran parte dell'area versiliese. Allo stesso tempo il nuovo schieramento tedesco garantiva maggiore sicurezza riguardo a possibili operazioni anfibie sul fianco costiero. Il ripiegamento della Wehrmacht scongiurò definitivamente anche la minaccia, più volte ventilata, di uno sfollamento generale di tutta la Lucchesia.
In seguito all'avanzata americana sulla Futa e sul Giogo e alla liberazione di Pistoia, Kesselring, temendo l'aggiramento delle sue truppe, decise di abbandonare le fortificazioni quasi inutilizzate che erano state costruite con gran dispendio di energie dall'organizzazione Todt sulla linea Borgo a Mozzano-Pizzorne. Dopo il 20 settembre 1944, i tedeschi iniziarono a ripiegare sulle posizioni di quella seconda Linea Gotica la cui progettazione risaliva al mese di luglio. Secondo i tecnici militari, spostando la linea difensiva in Garfagnana la Wehrmacht si sarebbe trovata a combattere in una migliore situazione strategica, dove le stesse montagne parevano fungere da baluardi insormontabili.
Altri due elementi hanno certamente concorso all'abbandono della Gotica nel tratto Borgo a Mozzano-Pizzorne. Innanzitutto, la presenza alle spalle dei difensori tedeschi della temibile e agguerrita XI Zona, ossia di una delle più importanti formazioni che abbiano operato non solo nella Resistenza toscana, ma nella Resistenza italiana; poi, il rilevamento cartografico delle difese germaniche nella media valle del Serchio. Grazie soprattutto al coraggio e alle capacità del geometra Silvano Minucci, che era stato assunto dalla Todt, per i patrioti fu possibile far pervenire al comando alleato la mappa completa delle opere di difesa (postazioni di artiglieria, piazzole per mortai e mitragliatrici, comandi, depositi, reticolati, posti di osservazione e campi minati) presenti in quel tratto di Linea Gotica. In questo modo le truppe americane della V Armata evitarono una battaglia di sfondamento presso Borgo a Mozzano, ma accerchiarono l'altopiano delle Pizzorne per neutralizzare il sistema difensivo della media valle del Serchio. I tedeschi terminarono la loro ritirata verso la metà del mese di ottobre, quando ormai, senza incontrare particolari difficoltà, si erano attestati sulla seconda Linea Gotica. Infatti gli alleati, che avevano superato piuttosto facilmente la parte meridionale della provincia e la sua zona costiera, avanzarono molto lentamente lungo la media valle del Serchio, entrando a Barga soltanto l'11 ottobre, ben 36 giorni dopo la liberazione di Lucca del 5 settembre.
L'offensiva alleata contro la Linea Gotica e le armate tedesche in Italia riprese nell'aprile 1945. Nella prima decade di questo mese fu completata la liberazione della Versilia, mentre il giorno 20 la guerra terminava anche in Garfagnana. Le distruzioni subite dai comuni della Lucchesia furono notevoli; decisamente ingenti quelle dei comuni in cui la guerra si protrasse fino all'aprile 1945. Castelnuovo, Barga, Gallicano, Seravezza e Molazzana risultarono semidistrutte, contando più del 70% di danni agli edifici e alle infrastrutture. Il territorio di questi comuni fu quello maggiormente devastato, anche se in ginocchio era l'intera provincia. In totale si ebbero 1157 civili uccisi per rappresaglia, 302 furono i partigiani e i patrioti caduti, 28 i sacerdoti e i religiosi uccisi.

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Aggiornato al:
18.02.2013
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570577