La mediazione culturale di sistema o integrata


Il tema della mediazione è entrato del dibattito culturale negli anni '80 in Europa e un decennio più tardi in Italia, a partire dalle riflessioni e dalle prassi di chi, nelle istituzioni o nel volontariato sociale, aveva iniziato a farsi carico della salute dei migranti. Per lungo tempo il discorso si è concentrato quasi esclusivamente sul ruolo di figure emergenti - all'inizio solo interpreti e traduttori, poi mediatori – e sulle loro competenze e funzioni in un'ottica di facilitazione del rapporto reciproco tra migranti e servizi. Successivamente, il processo di strutturazione del fenomeno migratorio e lo svilupparsi di studi di settore che hanno messo in evidenza l'esistenza di barriere socio-economiche nella fruizione dei servizi e nella concretizzazione dei diritti degli stranieri (determinanti di salute), hanno allargato il concetto di mediazione culturale verso una rimodulazione dei servizi sanitari in grado di mettere al centro l'individuo e basata su una sensibilità complessiva dei servizi stessi alle specificità culturali, insieme a una strategia integrata tra sociale e sanitario. Si tratta cioè di assegnare all'intero sistema socio-sanitario la funzione di mediazione, declinando i servizi rispetto ai bisogni degli utenti-persone.

Per intervenire operativamente, si possono individuare almeno due livelli di intervento:

  • strutture e procedure »»
  • competenze degli operatori »»

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Aggiornato al:
09.01.2013
Article ID:
82158