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Domande frequenti sulle antibiotico resistenze

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  • Perchè alcuni batteri intestinali possono dare infezioni? ►►
  • Gli Enterobatteri sono pericolosi? ►►
  • In che modo si sviluppano e si diffondono gli Enterobatteri? ►►
  • Quali sono le cause delle resistenze agli antibiotici? ►►
  • Cosa sono i Carbapenemi? ►►
  • Cos'è l'NDM? ►►
  • L'infezione da NDM è un evento straordinario? ►►
  • Quali sono i soggetti a rischio? ►►
  • Quali sono le aree a rischio? ►►
  • Come difendersi? ►►
  • Che rischio si corre a ricoverarsi in ospedale? ►►
  • Come mai questi casi di NDM in Toscana? ►►
  • Come si sviluppa un'epidemia ►►

 

Perchè alcuni batteri intestinali possono dare infezioni?
Gli Enterobatteri sono germi che normalmente fanno parte della flora intestinale ma, in condizioni particolari, possono provocare infezioni anche gravi. Alcuni sono resistenti a quasi tutti gli antibiotici a disposizione, rendendo molto difficile trovare una terapia efficace. Le situazioni più problematiche si hanno quando questi batteri diventano resistenti a un particolare tipo di antibiotici: i carbapenemi.

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Gli Enterobatteri sono pericolosi?
Gli Enterobatteri sono pericolosi quando diventano resistenti agli antibiotici e soprattutto ai carbapenemi. In maniera del tutto spontanea, legata alla biologia dei batteri, si sviluppa in un individuo una mutazione genica di alcuni batteri presenti nell'intestino e si dà così il via ad una fonte possibile di infezione con la diffusione per i normali contatti tra persone.
Gli Enterobatteri da diversi anni rappresentano a livello mondiale una delle cause principali di infezioni gravi, soprattutto a livello ospedaliero, che colpiscono persone con condizioni cliniche serie e soprattutto soggetti immunocompromessi.
In particolare l'infezione da Klebsiella si è particolarmente diffusa nelle terapie intensive e nelle riabilitazioni intensive per le caratteristiche dei pazienti.

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In che modo si sviluppano e si diffondono gli Enterobatteri?
I tipi di Enterobatteri che producono le proteine (enzimi) che generano la resistenza agli antibiotici, sono comuni, cioè fanno parte della flora intestinale umana, ma in alcuni casi, hanno sviluppato la capacità di produrre enzimi che danno la resistenza agli antibiotici. Si sviluppano così dei ceppi mutati che si diffondono nello stesso modo dei batteri non mutati, cioè per contatto, o direttamente da un  portatore a un'altra persona, attraverso le mani, o attraverso l'ambiente circostante.
Non tutti i soggetti che entrano in contatto con i batteri resistenti ne diventano portatori e  solo una bassa percentuale dei soggetti portatori potrà contrarre poi un'infezione.

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Quali sono le cause delle resistenze agli antibiotici?
Una delle cause principali delle resistenze è un uso non appropriato degli antibiotici. L'Italia è maglia nera per il numero di infezioni da batteri resistenti agli antibiotici.

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Cosa sono i Carbapenemi?
I carbapenemi sono un particolare tipo di antibiotici che hanno la capacità di agire su un numero molto elevato di batteri e per questo rappresentano la terapia più efficace per infezioni gravi da batteri multiresistenti cioè per i quali gli altri antibiotici non sono più efficaci perché i batteri sono diventati resistenti alla loro azione.

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Cos'è l'NDM?
Il New Delhi metallo-β-lattamasi (NDM) è un enzima prodotto da alcuni Enterobatteri che impedisce a determinati antibiotici di agire, tra cui i carbapenemi.  

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L'infezione da NDM è un evento straordinario?
Purtroppo si tratta di una infezione analoga a quelle già presenti da anni in tutto il mondo causate da Enterobatteri resistenti ai carbapenemi, che colpiscono lo stesso tipo di pazienti e danno luogo ad infezioni gravi con analoga mortalità.
Lo sviluppo di nuovi enzimi, come il New Delhi, si verifica in maniera del tutto spontanea legata alla biologia dei batteri. La diffusione è casuale a partire da un'area geografica, come è accaduto e accade in altre parti del mondo e, in questo momento in Toscana.

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Quali sono i soggetti a rischio?
Va distinto tra soggetto portatore che ha cioè tra i batteri che sono normalmente presenti nell'intestino anche batteri di ceppi mutati e soggetto infetto (con malattia).  L'infezione da Enterobatteri resistenti ai carbapenemi non interessa, solitamente, persone sane ma colpisce soprattutto soggetti con quadro clinico grave e immunocompromessi.

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Quali sono le aree a rischio?
I batteri che producono enzimi che li rendono resistenti agli antibiotici, tra cui l'NDM, sono in costante aumento in tutti i continenti. Gli Enterobatteri resistenti ai carbapenemi sono registrati ovunque in Italia e nel mondo. Ogni Paese e ancor più ogni Continente ha una diversa distribuzione di resistenze.
In Toscana c'è in questo momento una particolare concentrazione di casi da NDM ma le infezioni prevalenti restano quelle da batteri con meccanismo di resistenza KPC come nel resto del Paese.

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Come difendersi?
La profilassi da seguire è quella igienica, soprattutto lavarsi le mani.
L'uso corretto degli antibiotici è soprattutto l'attenzione da adottare.

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Che rischio si corre a ricoverarsi in ospedale?
Il rischio di infezione ospedaliera da Enterobatteri in Toscana è lo stesso che in precedenza nel passato perché non si tratta di una infezione nuova ma di una forma di resistenza agli antibiotici registrata precedentemente in modo sporadico nel nostro territorio ed appartenente ad un gruppo di resistenze presente in Italia da oltre dieci anni.
I soggetti a rischio sono le persone con quadro clinico altamente compromesso e soprattutto i pazienti immunodepressi.
Il piano di azioni straordinario messo in atto dalla Toscana, con l'estensione massiccia di interventi di screening dei portatori al momento del ricovero, indirettamente aumenta il grado di protezione di tutte le infezioni da Enterobatteri.

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Come mai questi casi di NDM in Toscana?
Lo sviluppo di ceppi batterici è purtroppo un fenomeno biologico spontaneo che si realizza in una determinata area geografica e da questa può diffondersi. Questo è quanto sta accadendo in questo momento in Toscana per i casi di NDM e per limitarne al massimo l'estensione sono state messe in atto da diversi mesi le misure più indicate.
La Toscana è stata in grado di rilevare i casi perché tutti i laboratori di Microbiologia della regione hanno a disposizione metodi di analisi che consentono di identificare i batteri NDM, che non sono però sempre disponibili in altre realtà.
Le misure di sanità pubblica adottate dalla Regione consentono di identificare i portatori al momento del ricovero in ospedale, proprio per mettere in atto tutte le strategie possibili per contenere la diffusione. Con questo intervento di prevenzione si identificano i portatori ma questo dato non è confrontabile con le altre regioni italiane perché non sono disponibili dati che consentano di quantificarne  il livello di diffusione dove l'identificazione dei casi al momento del ricovero non è effettuata con la stessa estensione con la quale ora è svolta in Toscana.

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Come si sviluppa un'epidemia
Tutta la storia dell'umanità è stata una lunga battaglia contro i microbi responsabili delle malattie infettive. I microbi purtroppo evolvono molto più in fretta degli strumenti in grado di tutelarci e così, storicamente, si sono sviluppate le malattie infettive. Negli ultimi decenni sono stati messi a punto strumenti in grado di proteggerci dalle infezioni che avevano mietuto tantissime vittime in passato: principalmente vaccini e antibiotici. Eppure oggi queste straordinarie armi di difesa rischiano di perdere efficacia per la scelta di non utilizzarle o di utilizzarle in modo inappropriato.
Il pericolo delle epidemie è presente ancora oggi. Pur non essendo in genere così rapidamente devastanti come quelle dei tempi passati, alcune sono capaci di provocare ugualmente vittime ed indurre paura nella comunità.
Rispetto al passato, è cambiato il modo in cui la società affronta gli attacchi degli agenti infettivi: le grandi organizzazioni internazionali (l'OMS, il CDC, Centro per la prevenzione e controllo delle malattie, di Atlanta negli USA, l'ECDC,  Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie , l'Istituto Superiore di sanità e così via) che sorvegliano le malattie infettive hanno infatti permesso un controllo migliore dei focolai epidemici nel mondo.
L'impiego non accorto degli antibiotici ha portato alla selezione di ceppi batterici resistenti e più aggressivi che potrebbero dar luogo a nuove epidemie se non verranno trovati nuovi antibiotici in grado di combattere efficacemente questi microrganismi. 

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13.11.2019
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16780588