Cooperative di comunità

La Regione Toscana ci ha investito e scommesso, il modello funziona, il ruolo delle cooperative di comunità è stato rafforzato anche con una legge e la Regione ha firmato di recente a febbraio 2020 un protocollo con Anci Toscana, centrali cooperative, le stesse cooperative di comunità e i Comuni, più di venti, dove sono nate per rafforzare ulteriormente il percorso avviato.

Quelle di comunità sono cooperative speciali, di cui fanno parte tutti gli abitanti (o quasi) di un borgo. Fino all’anno scorso la più famosa in Toscana era quella del Teatro Povero di Monticchiello, paese del senese colpito dalla crisi della mezzadria all’inizio degli anni Settanta e che allora ha scelto di aggregarsi intorno ad un’idea di teatro di piazza che costituisce oggi un’economia importante per i residenti.

A dicembre del 2018, su spinta anche del bando della Regione che ha messo a disposizione poco meno di un milione e 200 mila euro e finanziato venticinque esperienze (poi diventate ventiquattro), molte altre cooperative sparse in Toscana sono nate. Un secondo bando da 740 mila euro è stato pubblicato a gennaio 2019: altre sedici esperienze sono state finanziate, mentre ulteriori tredici, ritenute ugualmente valide, sono in lista di attesa e si cercano risorse.

Le cooperative di comunità si sono rivelate uno strumento utile per rinvigorire economie sfilacciate della montagna e delle aree interne, ma anche delle periferie marginali urbane caratterizzate da minore accessibilità sociale, economica e di mercato che si traduce in rarefazione di servizi.

La Toscana è stata la prima in Italia a crederci. Molte cooperative di comunità sono animate da giovani e donne, da gente che magari ha studiato e vuole provare a mettere a disposizione le proprie capacità nel posto dove è nata e non essere costretta invece ad andarsene.

C’è  chi ha deciso di puntare sull’agricoltura, la pesca o la promozione di altre eccellenze enogastronomiche, sul turismo sostenibile o la valorizzazione dell’am- 60 biente e dei beni culturali, creando occasioni di lavoro. Oppure sui prodotti tipici e l’artigianato. E tutte sono pronte ad investire gli utili in servizi ai residenti i o per la manutenzione di sentieri, strade, arredi urbani ed altri beni comuni. Autentici ‘motori pensanti’ capaci di generare a cascata ulteriori progetti ed animare un territorio, un investimento sulle persone e un esempio di economia collaborativa: un tema a cui la giunta regionale, in questa legislatura, ha dedicato il libro verde #collaboratoscana.

Condividi
Aggiornato al:
10.09.2020
Article ID:
25515690

chiuso in redazione il 15 luglio 2020