Avvio percorso sull'autonomia differenziata
Avvio percorso sull'autonomia differenziata
Sono dieci la materie in cui la Regione Toscana si candida per una maggiore autonomia. Si va dal governo del territorio, per difendere sviluppo sostenibile e contenimento del suolo oggi garantiti dalle leggi urbanistiche toscane e dal piano paesaggistico, all’ambiente, prima in capo alle Province ed oggi tornato, almeno in Toscana, alla Regione. Ci sono i beni culturali (e in particolare la loro promozione unitaria sulle territorio regionale) e c’è il lavoro; ci sono l’istruzione tecnica professionale e la formazione, i porti (comprese le concessioni demaniali), l’accoglienza e assistenza ai rifugiati e la sanità, dove la richiesta di particolare autonomia riguarda l’organizzazione, la gestione delle risorse professionali e l’intramoenia, la formazione specialistica, le tariffe e la compartecipazione alla spesa, il patrimonio edilizio e l’equivalenza terapeutica dei farmaci. La richiesta di maggiore autonomia si estende anche al coordinamento della finanza pubblica e alle autonomie locali, in forza della legislazione avanzata su associazionismo, fusioni, riordino delle ex funzioni provinciali ma anche semplificazione dei rapporti con cittadini e imprese. C’è anche il tema dell’immigrazione.
Ad ottobre 2019 è iniziato anche per la Toscana il negoziato con il Governo sull’autonomia differenziata: una autonomia limitata e concertata con il livello centrale, ma che tenga conto che in alcune materie la legislazione regionale toscana è più avanzata di quella nazionale e che quindi su questo non si torni indietro. Un’autonomia tesa a semplificare e a sburocratizzare, che valorizzi la Regione nel quadro di una forte unità nazionale.
La Toscana si aggiunge ai percorsi già avviati da Veneto, Emilia Romagna e Lombardia. L’iter, al termine del negoziato, prevede la stipula di un’intesa.
chiuso in redazione il 15 luglio 2020